Dopo gli attentati di Barcellona sulla Rambla, tra me e me pensai: l’esplosività della Spagna e di Barcellona non è ancora finita, presto ci sarà un nuovo capitolo, di tutt’altro tipo, altrettanto duro e pericoloso, stavolta in parte preventivabile, le cui soluzioni ancora sono ben lontane da essere trovate.
Mi riferisco alla richiesta di indipendenza, di fatto una possibile secessione della Catalogna (che è la regione più ricca della Spagna con capoluogo Barcellona) dallo stato spagnolo.
In questi giorni si sono già accese le prime micce (con un esplosivo molto potente a scoppio ritardato). Indichiamo in sintesi le più importanti, ad oggi 8 settembre 2017:
– Il parlamento della Catalogna, con la maggioranza quasi del 100%, ha approvato la legge sul referendum per l’indipendenza dalla Spagna, che dovrebbe tenersi il 1 ottobre.
– La Corte Costituzionale della Spagna ha bocciato il referendum della Catalogna.
– La procura spagnola ha annunciato che denuncerà per “disobbedienza” i membri dell’ufficio di presidenza del parlamento della Catalogna che hanno votato sì all’esame di legge di convocazione del referendum.
– Il governo centrale spagnolo ha scritto a tutti i Sindaci della Catalogna di impedire lo svolgere del referendum.
– Già almeno il 50% dei Sindaci ha risposta al governo centrale che invece si adopererà per la buona riuscita del referendum.
– Il Parlamento Europeo si è schierato in difesa della Spagna e contro l’indipendenza della Catalogna.
Le prime battaglie sono già iniziate, la tensione è crescente, la situazione va monitorata giorno dopo giorno. Tutti, non sono gli spagnoli, dobbiamo essere coscienti della gravità del problema, i cui risvolti sono ancora da determinare.